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Coach, chi è, cosa fa e come rendere la formazione un’impresa di successo

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Chi è esattamente un coach? Un coach è un leader, un motivatore, un insegnante e molto altro. Molti coach hanno diverse qualità in comune: occorre essere un certo tipo di persona diventare un coach di successo.  Quali sono le qualità principali per risultare un coach di successo e divenire così anche, magari, un imprenditore di successo – come accaduto in casi esemplari quali quelli di Alfio Bardolla, Roberto Re, Roberto Cerè?

Coach, che cosa non’è

Intanto sfatiamo qualche mito e cerchiamo di capire che cosa un coach non è.

L’«Entertrainer». Spesso, si dice, la responsabilità principale di un coach sta nel facilitare le classi. Sovente, cioè, il ruolo del formatore viene minimizzato ad essere solo un mero facilitatore. Questo comporta un’idea sbagliata di ciò che le competenze del formatore devono essere – limitandosi solo alla comunicazione, alla conoscenza del prodotto e al valore dell’intrattenimento. Anche se le capacità di comunicazione e di facilitazione sono importanti, non esauriscono certo le competenze di un buon coach. Necessaria, invece, è una più profonda comprensione di altri compiti di un coach e le competenze richieste che ne derivano.

Coach, chi è e le competenze necessarie

Quali sono dunque le abilità principali di un formatore di successo?

  • Leadership. La leadership è una delle qualità più importanti per conseguire il successo. È necessario essere un leader che mantiene tutto organizzato e senza intoppi. Un coach di successo deve essere l’esperto che tutti guardano e prendono ad esempio – non solo gli «allievi», ma anche gli assistenti e i genitori.
  • La capacità di insegnare. Questa qualità è estremamente importante e, spesso, sottovalutata. Non basta, infatti, essere esperti della propria materia o di una certa attività: occorre avere la capacità d’insegnarla al meglio.
  • Volontà di imparare. Il fatto che tu possa essere anche il massimo esperto della tua attività non esclude – anzi implica – che tu sia sempre disposto a imparare e crescere. Se si pensa di sapere tutto, è finita. Non smettere mai di essere disposto a imparare.
  • Pazienza. Un coach di successo deve avere la pazienza di gestire momenti stressanti, atteggiamenti diversi e la crescita degli allievi, che può conoscere fasi anche molto diverse.
  • Attenzione al dettaglio. Questa può essere una qualità non così evidente come quelle elencate sopra, ma è invece molto importante. Un coach che non presta attenzione ai dettagli non sempre è in grado di notare ciò che porta al miglioramento. Prestare attenzione al più piccolo dei particolari può aiutare l’allievo a crescere enormemente.
  • Un coach di successo deve essere flessibile. I coach devono essere in grado di adattarsi a tutti i tipi di nuove condizioni – che si tratti di nuovi allievi, nuovi modi di porsi, nuovi scenari o qualunque essa sia. Un coach deve essere in grado di adattarsi a nuove personalità ed essere in grado di lavorare con una varietà di allievi, i più diversi.

Le «Top Qualities» di un buon Coach

Vogliamo essere sicuri di non fare errori? Ecco la qualità Top di un buon formatore.

  1. Un coach è un pensatore strategico. Un pensatore strategico possiede forte senso degli affari e ha una buona conoscenza di come il processo di formazione influenza direttamente il business. Il pensiero strategico non è solo limitato a essere una parte di formazione delle competenze, ma è anche uno degli attributi di un buon coach. La comprensione di ricavi, costi, margini, ROI («ritorno sugli investimenti»), serve sicuramente a dare a un coach una migliore comprensione su come il suo ruolo impatta sull’organizzazione.
  2. Un coach ha capacità di networking. Il coach non può limitarsi a lavorare solo con gli studenti. Un coach deve saper «attraversare le frontiere», grazie anche alla partnership strategica con le controparti di risorse umane, marketing e vendite. Guardare alle crisi del processo di formazione in un quadro più ampio e capire in che modo collaborare strategicamente con il resto del business sono grandi attributi di un coach.
  3. I formatori sono esperti in Instructional Design. Una delle migliori qualità di un buon coach è essere predisposto al processo di progettazione didattica. Come si declina quest’ultima, a livello di competenze nella formazione? Occorre saper condurre un’analisi dei fabbisogni formativi, ad esempio, necessaria per l’applicazione del processo di apprendimento induttivo attraverso diverse metodologie di apprendimento.
  4. I formatori sono Project Manager. Una volta che la progettazione didattica è stata messa a punto, è giunto il momento di attuare il programma di apprendimento. Essere in grado di gestire progetti è una delle qualità più importanti di un buon coach. Ciò rimanda a quanto detto al punto chiave 1. Coinvolgere le principali parti interessate e ottenere il sostegno di tutti per l’iniziativa richiedono affidabili capacità strategiche di partnership.
  5. I formatori sono facilitatori di cambiamento e di apprendimento. Come accennato in precedenza, tra i doveri principali di un formatore c’è quello di facilitare le classi; contrariamente alla credenza comune, però, questo rappresenta solo circa il 20% delle skills di un coach. Essenziale per un coach sarebbe, piuttosto, essere un facilitatore di cambiamento o, meglio ancora, un fautore del cambiamento. Con il business dinamico di oggi, i cambiamenti sono costanti. I processi e le conoscenze che erano gli standard di qualche giorno fa possono diventare obsoleti in un batter d’occhio. Quelli che sono considerati i principi guida e gli standard industriali di oggi, potrebbero cambiare domani. Un coach è sempre e dovrebbe essere sempre in prima linea nel cambiamento.
  6. I formatori sono valutatori. Questo è probabilmente uno degli aspetti più trascurati tra le qualità di un buon coach. Le competenze richieste per i formatori in materia di valutazioni includono lo svolgimento di esami, la creazione di test efficaci, la valutazione degli studenti attraverso cambiamenti comportamentali osservabili. Creazione di valutazioni e analisi dei datigiocano grandi parti nei ruoli e nelle responsabilità di un coach. Queste non solo aiutano il coach a determinare le esigenze di apprendimento, ma possono anche aiutare a stabilire il successo (o insuccesso) di un programma di formazione.

I formatori d’eccellenza

E adesso iniziamo a «fare qualche nome»: o, più esattamente, a vedere alcuni tra i principali esempi di coach che, grazie alla loro preparazione ed attività, sono divenuti anche imprenditori di successo. Noi di Social Academy, poi, siamo dei veri appassionati: seguiamo e collaboriamo con moltissimi coach per aiutarli a portare la loro formazione online e a far crescere il proprio business. Qui di seguito solo alcuni esempi.

Roberto Re

Oltre 25 anni di esperienza “sul campo”, più di 350.000 partecipanti ai suoi corsi, migliaia di giornate d’aula e centinaia di Personal Coaching, fanno di Roberto Re uno dei numeri 1 della formazione europea. L’eccezionale comunicativa, l’instancabile energia, la carica motivazionale che è in grado di trasmettere sono le sue caratteristiche principali, alle quali va aggiunta una non comune conoscenza della natura umana e di tutte le più aggiornate tecniche e strategie per il cambiamento, che ne fanno uno straordinario “coach” personale.

Ha lavorato tra gli altri con imprenditori, manager di aziende, personaggi dello spettacolo, calciatori e atleti, tra cui Jessica Rossi, medaglia d’oro olimpica nel tiro a volo nelle Olimpiadi di Londra 2012 e allenatori di squadre di calcio Nazionali e di serie A, ad esempio Roberto Mancini. Nel 1992 è uno dei soci fondatori di HRD Training Group, società leader in Italia nella formazione manageriale e comportamentale, della quale è Master Trainer.

HRD Training Group e Roberto Re sono i leader riconosciuti nel settore dello sviluppo personale grazie ad un know-how specifico sia in termini di contenuti che di metodologia. HRD è stata la prima società italiana di formazione a produrre audio, videocorsi e corsi multimediali online.

Il grande successo dei suoi libri, che hanno superato le 800.000 copie vendute, è la testimonianza che Roberto Re è in grado di essere uno straordinario coach che trasmette la sua instancabile energia non solo dal vivo alle centinaia di persone che partecipano ai suoi corsi, ma anche ai suoi numerosissimi lettori. È autore di popolari best seller tra cui “Leader di te stesso“, manuale di self-help edito da Mondadori, che ha riscosso un enorme successo di pubblico superando di gran lunga le vendite dei “guru” internazionali del settore. Con la stessa casa editrice ha pubblicato anche “Smettila di incasinarti”. Con Roy Martina, medico olistico di fama internazionale, ha scritto a quattro mani “Energy!”, un libro sul benessere psicofisico. A inizio 2015 è uscito il libro “Cambiare senza Paura”, un vero e proprio manuale sull’affrontare al meglio il cambiamento senza subirlo.

Alfio Bardolla

Alfio Bardolla è fondatore e master trainer della Alfio Bardolla Training Group S.p.A., azienda leader in Europa di formazione finanziaria personale, che ha formato oltre 43.000 persone attraverso programmi audio, video, corsi dal vivo e coaching personalizzate. La società conta circa ottanta collaboratori ed è presente in Italia, Uk e Spagna. Ha pubblicato sette libri, tra cui I soldi fanno la felicità, distribuito anche in lingua inglese e spagnola e First Class, edito da Mondadori, più venduto su Amazon e 4° nella classifica libri di Repubblica e del Corriere della Sera. A oggi le sue opere sono state vendute in oltre 300.000 copie. Alfio Bardolla ha inoltre fondato trenta aziende negli ultimi venti anni, operanti in svariati settori nel territorio italiano e europeo. Il suo patrimonio cumulato è stimato a circa quaranta milioni di dollari.

La sua missione è aiutare il maggior numero possibile di persone a vivere appieno la propria vita, attraverso una gestione consapevole delle finanze personali. Ma non è finita. Come filantropo, Alfio Bardolla è uno dei principali sostenitori del progetto CharityStars e di associazioni finalizzate alla diffusione dell’alfabetizzazione nel mondo. Dal 2016, è membro di Endeavor, associazione no-profit volta ad identificare e supportare gli imprenditori a più alto potenziale.

Roberto Cerè

Roberto Cerè, il «Robin Hood italiano», come riportava la sua biografia ufficiale fino all’uscita di scena dal web, avvenuta di recente. A gennaio 2017, infatti, Roberto Cerè ha deciso di “abbandonare” la sua presenza online, scomparendo dal web attraverso l’oscuramento del suo profilo e delle sue pagine Facebook, oltre a tutti i suoi siti web. La motivazione dichiarata è stata quella di voler eliminare ogni distrazione e concentrare tutte le energie nella creazione di programmi ancora più efficaci e performanti.

Qualche mese prima aveva anticipato questa decisione, con la scelta di regalare il suo programma Strategie per Vincere, uno dei suoi video corsi più acquistato e con volumi di vendita ancora importanti. Un video corso costituito da sessanta video formativi, divisi in tre playlist (Strategie per il BusinessStrategie per la Coppia, Strategie per il Corpo), che contengono tutti i passi necessari per trasformare i propri sogni in progetti e poi risultati reali.

Roberto Cerè è tra i nomi noti che hanno introdotto in Italia il Marketing Online a livello professionale, attraverso un video corso lanciato sul mercato nel 2012, che ha contribuito a fare la storia nella formazione italiana del marketing e della vendita online. Una buona parte degli attuali marketer online si sono formati e hanno preso spunto proprio dal programma di Cerè. Il video corso si chiama «Finalmente Libero» ed è tutt’oggi una solida base per tutte le persone che vogliono vendere online e capire nel profondo i meccanismi del marketing applicato a web e agli strumenti online.

Concludendo…

Alla luce di quanto detto e degli esempi visti, che cosa separa il grande formatore da quello meno buono? Helen Thomas ha detto una volta: «Chiunque abbia un telefono cellulare pensa di essere un fotografo. Chiunque abbia un computer portatile pensa di essere un giornalista. Peccato che non abbiano alcuna formazione». I formatori, insomma, devono essere i primi a formarsi costantemente e, ogni volta, a sapersi mettere in gioco. E se vuoi saperne di più, restando sempre aggiornato sulle ultime news e i trend del mondo della formazione, iscriviti alla nostra Newsletter qui!

 

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Rachele Zinzocchi

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